LE ANTICHITA' NELLE COLLEZIONI SABAUDE

 immagine canvas in esposizione in sala“Hora di questo antico luogo si trovano alcune memorie fragmentate e alcune intitulazioni d’epithaphij”: la scoperta di frammenti e iscrizioni dall’antica Augusta Taurinorum è per l’antiquario cinquecentesco Pirro Ligorio un’importante novità. Verso la fine del secolo si intensifica la raccolta delle testimonianze del passato romano della città e del suo territorio. Nelle residenze private di giuristi, storici, letterati della corte di Emanuele Filiberto di Savoia (1553-1580) si raccolgono i marmi antichi di recente scoperta e quelli asportati delle chiese (dov’erano riutilizzati come acquasantiere, vasche battesimali, mense d’altare). La casa di Filiberto Pingone, presso le Porte Palatine, è la più ricca di reperti e per questo diventa meta preferita di ambasciatori e viaggiatori illustri.

La ricerca archeologica in area piemontese è incoraggiata anche dai Savoia, che se ne servono per nobilitare “romanamente” il proprio territorio. Vestigia del Piemonte romano affiorano già all’epoca di Emanuele Filiberto: sono epigrafi e frammenti statuari scolpiti nel marmo bianco della Val Varaita, sfruttato in età romana per le somiglianze con i pregiati marmi greci.

L’antico gioca un ruolo fondamentale nella competizione culturale con le grandi corti italiane: Carlo Emanuele I (1580-1630) entra in possesso dei marmi raccolti dagli intellettuali di corte e incrementa gli acquisti sul mercato antiquario, già avviati dal padre: giungono a Torino le sculture di alcune celebri collezioni di antichità.

L’indagine sul territorio dà risultati sorprendenti. Nel 1745 la scoperta del sito romano di Industria (Monteu da Po) e del suo santuario dedicato a Iside e a Serapide, ricco di pregevoli bronzetti figurati, fa conoscere a livello internazionale il patrimonio archeologico del Piemonte. I bronzi da Industria vengono uniti al museo epigrafico e allo statuario, aperti al pubblico nel Palazzo dell’Università in via Po fin dai primi decenni del Settecento.

Le collezioni antiquarie appartenute a dotti umanisti e ai Savoia e i fortunati ritrovamenti del Piemonte antico sono da allora vanto del Museo di Antichità.


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