Creato Martedì, 27 Maggio 2014 14:06 Ultima modifica il Giovedì, 31 Luglio 2014 01:54
Argento, g 3,31
Inv. n. F3751
D/ CAESAR·IMP
Testa di Cesare coronato. Dietro: lituo e coppa.
R/ M·METTIVS
Venere, con Vittoria e scettro, appoggia il gomito su uno scudo posto su un globo.
Davanti: (lettera di controllo) H.
Una serie di denari emessi nei mesi precedenti le idi di marzo del 44 a.C., a nome dei quattro magistrati monetali di quell’anno, porta al diritto, per la prima volta nella storia romana, il ritratto di un uomo politico vivente. La struttura della repubblica romana aveva sino ad allora impedito la preminenza di un singolo sul resto della classe dirigente. Celebrando un personaggio attraverso l’esposizione pubblica del suo ritratto (dipinto, scultura o conio monetale), lo si poneva al di sopra dei suoi pari, riconoscendogli la supremazia propria di un sovrano o di un dittatore. Giulio Cesare ottiene questa prerogativa nell’ambito dei poteri speciali strappati al Senato, che gli costeranno la vita.
Venere connotata come Vincitrice, sul rovescio, è l’icona personale del dittatore (compare sul suo sigillo) e dea dalla quale la famiglia Giulia vanta la propria discendenza, attraverso il troiano Enea e suo figlio Ascanio.