Il Civico Museo Archeologico di Arona è stato inaugurato nel 1997 con l’obiettivo di accogliere in sede locale parte dei reperti derivati dalle scoperte effettuate nella zona del basso Verbano Piemontese. Il nucleo principale delle raccolte dell’attuale museo deriva dall’attività condotta sul territorio a partire dagli anni ’70 dalla Soprintendenza, anche attraverso la collaborazione dei volontari dei gruppi archeologici locali. Tale impegno ha condotto alla scoperta, tra le altre, delle necropoli di Motto Lagone e Comignago, della necropoli di Dormelletto e dei contesti funerari e abitativi individuati a più riprese nell’ambito del territorio comunale di Castelletto Ticino. Il percorso espositivo si sviluppa in senso diacronico a partire dai manufatti più antichi, risalenti al Neolitico, per toccare l’età del Bronzo, con la presentazione del contesto dell’insediamento del Lagone di Mercurago, e l’età del Ferro, esemplificata dai numerosi oggetti riferibili alla Cultura di Golasecca provenienti da Arona e Castelletto Ticino. L’esposizione prosegue con i corredi rinvenuti a Dormelletto, la cui necropoli costituisce il traite union tra l’età del Ferro e la romanizzazione del territorio, i cui esiti sono rappresentati dai manufatti provenienti dalle necropoli di Arona e Comignago. C'è spazio in conclusione anche per un esempio di archeologia stratigrafica derivata dall’intervento di scavo presso l’ospedale di Arona, il cui ampliamento ha consentito di indagare una sequenza di frequentazione che dal I secolo a.C. si sviluppa senza soluzione di continuità fino alla piena età moderna.
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Fu costituito nel 1813 allo scopo di raccogliere, per l’esposizione pubblica, le iscrizioni provenienti dalle demolizioni cinquecentesche della vecchia basilica di san Gaudenzio e dai ritrovamenti avvenuti nella città e nel territorio. Questo nucleo originario venne sempre più incrementandosi fino alla raccolta di parte dei materiali lapidei preromani e romani custoditi nel museo di Suno, reperti che, riutilizzati nella chiesa di san Genesio, furono recuperati in occasione della sua demolizione nell’Ottocento. Nel quadriportico ed al primo piano della manica settentrionale della Canonica sono attualmente visibili, frutto di un riallestimento (1999), elementi architettonici e soprattutto epigrafi sacre, pubbliche e funerarie, are votive e sarcofagi, databili fra la seconda età del Ferro e l’età tardoantica.
Si segnalano, tra i pezzi notevoli, la stele funeraria greca con rappresentazione di dextrarum iunctio (fine I secolo a.C. inizi I secolo d.C.), l'epigrafe con iscrizione celtica da San Bernardino di Briona (fine II-I secolo a.C.) , la testa in pietra locale dalla Badia di Dulzago (III-II secolo a.C.), il frammento di sarcofago con rilievo di nave (III secolo d.C.).
Negli ultimi anni alla sezione epigrafica si è aggiunto anche un nucleo di materiali dauni, magnogreci di probabile provenienza apula, coroplastica e una raccolta numismatica di età romana.
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