Soprintendenza per i Beni Archeologici

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Attività

Musei e Aree Archeologiche

In Piemonte la valorizzazione dei beni archeologici è tradizionalmente affidata a piccoli musei locali, non statali e con fitta distribuzione sul territorio. A molti di questi la Soprintendenza Archeologia del Piemonte ha affidato in deposito materiali archeologici di proprietà statale e collabora con le istituzioni locali in progetti di valorizzazione.

Dal 2005, dopo il passaggio alla Fondazione del Museo Egizio, il Museo di Antichità di Torino è la sola esposizione archeologica statale della regione.

In tutti i capoluoghi di provincia e in molti altri centri minori sono sorti, a partire dalla fine dell'Ottocento e soprattutto dagli inizi del secolo successivo, musei civici, comprendenti sezioni di archeologia locale, che si sono via via arricchite nel tempo, grazie alle donazioni e alla sensibilità di personaggi illuminati, spesso inseriti nelle pubbliche istituzioni. Questo è stato possibile grazie all'impegno ed alla passione per la ricerca della propria storia di innumerevoli studiosi, generalmente appartenenti a famiglie di spicco della società, che, sulla scia di quanto già a Torino avevano compiuto gli esponenti della casa sabauda dalle cui raccolte trae origine il Museo di Antichità, hanno acquistato, conservato materiale archeologico rinvenuto nei terreni di proprietà o nei territori di residenza, o hanno addirittura promosso scavi archeologici con risorse personali. Si sono venute così a formare collezioni private che nella maggior parte dei casi sono confluite ai comuni di appartenenza, costituendo il nucleo dei musei civici archeologici. Personaggi come Corradino Sella a Biella, Ernesto Maggiora-Vergano, Leonetto Ottolenghi, Giuseppe Fantaguzzi e Nicola Gabiani ad Asti o ancora Federico Eusebio a Alba, padre Bruzza a Vercelli e Enrico Bianchetti nel Verbano, per citarne solamente alcuni, furono conservatori della memoria archeologica locale e non solo. Infatti l'amore per le antichità e la storia, portò molti di questi studiosi ad acquistare materiali provenienti da siti al di fuori del Piemonte, dall'Etruria, alla Magna Grecia, alla Grecia propria.
Alla presenza sul territorio del Museo Egizio, con le sue importanti raccolte anche a livello internazionale, si deve lo stimolo alla formazione delle sezioni egizie di numerosi musei civici piemontesi, quali il Museo Civico Archeologico di Asti, il Museo del Territorio Biellese o la raccolta della Fondazione Galletti di Domodossola.
Due soli musei di proprietà privata, il Museo Leone di Vercelli ed il Museo Martini di Pessione di Chieri, conservano materiali archeologici.

Tra gli Istituti e Luoghi della cultura, il Codice dei Beni Culturali comprende (art. 101, c. 2, lettere d ed e) le "aree archeologiche", intese come "sito caratterizzato dalla presenza di resti di natura fossile o di manufatti o strutture preistorici o di età antica", e il "parco archeologico", definito come " ambito territoriale caratterizzato da importanti evidenze archeologiche e dalla compresenza di valori storici, paesaggistici o ambientali, attrezzato come museo all'aperto".
La Soprintendenza Archeologia del Piemonte, per assicurare la fruizione delle aree archeologiche di proprietà pubblica e privata come indicato dall'articolo 102 del Codice, gestisce direttamente le aree di propria competenza e promuove accordi con altri Enti pubblici o soggetti diversi per garantire la massima valorizzazione possibile al patrimonio archeologico e paleontologico regionale, così come prefigurato dagli articoli 6 e 112 del Codice.

 

 1. IL MUSEO DI ANTICHITA'

 2. MUSEI DEL PIEMONTE

 3. AREE ARCHEOLOGICHE DEL PIEMONTE 

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