REIMPIEGO

L’iscrizione, collocata nel Cinquecento nella cripta del santuario della Consolata, venne recuperata nel 1568 dallo storico Emanuele Filiberto Pingone, che racconta di avervi fatto scolpire lo stemma di famiglia apponendolo sul portone della propria dimora, nei pressi della Porta Palatina. Essa ricorda una coppia di defunti, Numerio Appio e Aebutia: il committente dell’iscrizione, in incerto rapporto di parentela con i due, fu protagonista di una brillante carriera cittadina.

Fine del I secolo d.C. Da Torino, già nota nel Cinquecento - Marmo pario (fronte e retro)

N(umerio) Appio [- - -] / centurion[i - - -] / Aebutiae L[- - -] / Q(uintus) Appius Q(uinti) f(ilius)[- - -] / q(uaestor), IIvir, ponti[fex - - -] / t(estamento) [f(ieri) i(ussit)]

A Numerio Appio [- - - ] centurione [- - - ], a Ebuzia (figlia/liberta ? di Lucio)[- - -]. Quinto Appio, figlio di Quinto [- - -], questore, duoviro, pontefice, ordinò che fosse fatto per testamento.



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